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NON SEI MAI SOLO, SE...

  • Di Francesca Lombardi
  • 18 feb 2015
  • Tempo di lettura: 6 min

Nel tram tram quotidiano, molta gente può essere presa da diverse situazioni, dai cosìdetti deserti da attraversare, momenti critici, ed è qui che un cristiano deve essere di aiuto a queste persone, di sostegno, essere luce per loro e dimostrare che in ogni situazione, si può essere più che vincitori e che non si è mai soli.

Una tra le tante missioni del cristiano è quella di condurre le anime alla terra promessa, alla salvezza, la stessa missione che ebbe Giosuè dopo la morte di Mosè. E' un bell'incarico, entusiasmante, ma allo stesso tempo impegnativo e carico di responsabilità. Sappiamo che lo Spirito Santo ci carica e ci riempie in ogni momento, solo che potrebbe capitare che in alcuni momenti cediamo, le forze possono venir meno, i pensieri diabolici, del tipo: ma che stai facendo? chi ti credi di essere? dove stai andando? tu non puoi farcela! Sono questi i momenti in cui si necessita che il carattere del cristiano venga fuori, sono questi momenti in cui il cristiano deve indossare la completa armatura e presa la spada in mano, nonchè la Parola di Dio, ogni dardo infuocato sarà spento. Analizziamo cosa Dio disse a Giosuè in un momento critico, mentre stava attraversando il deserto. GIOSUE' 1:5-9. Dopo la morte di Mosè, servo del SIGNORE, il SIGNORE parlò a Giosuè, figlio di Nun, servo di Mosè, e gli disse: «Mosè, mio servo, è morto. Àlzati dunque, attraversa questo Giordano, tu con tutto questo popolo, per entrare nel paese che io do ai figli d'Israele. Ogni luogo che la pianta del vostro piede calcherà, io ve lo do, come ho detto a Mosè, dal deserto, e dal Libano che vedi là, sino al gran fiume, il fiume Eufrate, tutto il paese degli Ittiti sino al mar Grande, verso occidente: quello sarà il vostro territorio. Nessuno potrà resistere di fronte a te tutti i giorni della tua vita; come sono stato con Mosè, così sarò con te; io non ti lascerò e non ti abbandonerò. Sii forte e coraggioso, perché tu metterai questo popolo in possesso del paese che giurai ai loro padri di dar loro. Solo sii molto forte e coraggioso; abbi cura di mettere in pratica tutta la legge che Mosè, mio servo, ti ha data; non te ne sviare né a destra né a sinistra, affinché tu prosperi dovunque andrai. Questo libro della legge non si allontani mai dalla tua bocca, ma meditalo, giorno e notte; abbi cura di mettere in pratica tutto ciò che vi è scritto; poiché allora riuscirai in tutte le tue imprese, allora prospererai. Non te l'ho io comandato? Sii forte e coraggioso; non ti spaventare e non ti sgomentare, perché il SIGNORE, il tuo Dio, sarà con te dovunque andrai».

Noi cristiani, come Giosuè, siamo incorraggiati da Dio, noi siamo coloro che porteranno il nuovo popolo di Dio dalla schiavitù alla terra promessa. Ci potranno essere momenti in cui ci sentiremo piccoli rispetto alla grande missione che ci è stata affidata, ci spaventeremo di ciò che ci aspetta, ma il Signore ce l'ha promesso: sarà sempre con noi; noi dobbiamo solo leggere la sua Parola, ascoltare quello che ha da dirci, perchè è attraverso la Parola che lui ci dà indicazioni su come muoverci e dà sostegno e supporto anche a noi stessi. Lui ci ha detto di non temere, di essere coraggiosi e di non spaventarci perchè Lui sarà con noi e ci preparerà la strada. Il verso in DEUTERONOMIO 31:8 dice: Il SIGNORE cammina egli stesso davanti a te; egli sarà con te; non ti lascerà e non ti abbandonerà; non temere e non perderti di animo».

Il compito di Giosuè era quello di liberare il popolo di Israele dalla schiavitù nel vero senso della parola; il compito del cristiano, invece, è quello di liberare quante più persone dalla schiavitù spirituale, la schiavitù del peccato.

Anche il profeta Isaia ci incoraggia, anticipando molti anni prima, la missione che Gesù doveva venire a compiere sulla terra e a dimostrare a noi cristiani, come fare, cosa fare. Infatti in ISAIA 42:6-7 il profeta cita: «Io, il SIGNORE, ti ho chiamato secondo giustizia, e ti prenderò per la mano; ti custodirò e farò di te l'alleanza del popolo, la luce delle nazioni, per aprire gli occhi dei ciechi, per far uscire dal carcere i prigionieri e dalle prigioni quelli che abitano nelle tenebre.

Far conoscere la via della libertà dal peccato a quanti non la conoscono, liberare quanti sono schiavi del peccato e vivono nelle tenebre.

Anche Gesù sulla terra ha svolto lo stesso lavoro, infatti in LUCA 4:18-19 è sottolineato bene questo: «Lo Spirito del Signore è sopra di me, perciò mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha mandato per annunciare la liberazione ai prigionieri e il ricupero della vista ai ciechi; per rimettere in libertà gli oppressi, per proclamare l'anno accettevole del Signore». Chi sono i ciechi, gli oppressi, i prigionieri? Non sono forse schiavi? Non è gente che vive nella schiavitù?

Tutti quelli che vivono nella schiavitù del peccato, lasciano il potere al diavolo di agire nelle proprie vite, ma Dio ha mandato suo figlio Gesù a morire sulla croce per far sì che il diavolo fosse sconfitto e la schiavitù abolita. L'apostolo Paolo scrisse agli EBREI 2:14-15, dicendo: Poiché dunque i figli hanno in comune sangue e carne, egli pure vi ha similmente partecipato, per distruggere, con la sua morte, colui che aveva il potere sulla morte, cioè il diavolo, e liberare tutti quelli che dal timore della morte erano tenuti schiavi per tutta la loro vita. Il peccato rende schiavo, il peccato ti porta a vivere una vita di schiavitù e noi cristiani come Gesù e Giosuè, siamo chiamati a liberare queste persone, bisogna che facciamo capire alla gente che quando si liberano dal peccato e decidono di vivere una vita in Cristo, seguendo i suoi comandamenti, santificando e purificando la loro vita, hanno in premio la vita eterna. Sempre Paolo nella lettera ai ROMANI 6:22-23 disse: Ma ora, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, avete per frutto la vostra santificazione e per fine la vita eterna; perché il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore.

Anche Gesù nel Vangelo di GIOVANNI 8:31-34 disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Essi gli risposero: «Noi siamo discendenti d'Abraamo, e non siamo mai stati schiavi di nessuno; come puoi tu dire: "Voi diverrete liberi"?» Gesù rispose loro: «In verità, in verità vi dico che chi commette il peccato è schiavo del peccato. Troviamo in sintesi il compito del discepolo, noi che conosciamo la parola, dobbiamo mangiarla e perseverare in essa per essere degni discepoli di Cristo; sappiamo che se sviamo dai suoi insegnamenti siamo nella schiavitù del peccato.

Quindi per far sì che la gente venga, attraverso di noi, alla conoscenza della salvezza, dobbiamo noi per primi essere di esempio. Dobbiamo dimostrare di essere cambiati. Dobbiamo vivere secondo lo Spirito, mettendo in pratica quelli che sono i frutti dello Spirito. Dobbiamo crocifiggere i desideri della carne.

Quando alla base della nostra vita c'è amore (che racchiude in sè tutti gli altri frutti) ; espressi in Galati, noi saremo d'impatto per la gente. GALATI 5:22-23 dice: Il frutto dello Spirito invece è amore, (gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo); contro queste cose non c'è legge. Analizziamo i frutti singolarmente. Gioia (la gioia del credente è la stessa di Cristo, non deve dipendere dalle circostanze favorevoli o meno, è duratura anche nel dolore); Pace (la pace è la condizione interiore di chi non ha conflitti. Il peccato fa perdere la pace); Pazienza (è sinonimo di costanza, lentezza all'ira, sopportazione, tolleranza. Dio è paziente, se così non fosse saremmo già tutti periti); Benevolenza (è stima, affetto, simpatia, gentilezza. Chi è benevolo spontaneamente benedice il prossimo); Bontà ( è strettamente collegata alla benevolenza,è il voler far bene al prossimo e manifestarlo. Spesso risulta faticoso, ma per il vero credente è inevitabile); Fedeltà (è la capacità di rispettare le promesse. Il Signore è fedele con noi e noi dobbiamo essere fedeli con lui); Mansuetudine (è collegato con pazienza e benevolenza. E' la caratteristica di chi esprire mitezza, dolcezza, calma, docilità, il soffrire ingiustamente. La nostra mansuetudine è spesso messa alla prova. Le nostre reazioni dimostrano se il frutto dello Spirito c'è o manca o vuol essere ancora affinato); Autocontrollo (è la qualità di chi sa padroneggiare, disciplinare se stesso mantenendosi sobrio, equilibrato, moderato). In Gesù noi vediamo la perfezione e l'espressione di tutti questi frutti. Nei momenti più difficili Egli mantiene sempre un perfetto controllo di sè, una pace, una gioia, la pazienza, bontà, fedeltà e benevolenza sono sempre stati espressi da Lui e poi la sua mansuetudine, essere frustato, picchiato, deriso, sputato, incoronato di spine, crocifisso ingiustamente, non per colpa Sua., Quando tutti questi frutti dello Spirito, abiteranno in noi allora saremo calamita per le anime che hanno bisogno di noi.

Un cristiano non può vivere in schiavitù, un cristiano non può essere schiavo, un cristiano deve essere libero, deve possedere la libertà per poterla dare, trasmettere e ministrare. Un cristiano, senza dubbio può attraversare momenti critici, momenti difficili, momenti di deserto; ma come Giosuè, miriamo sempre verso la nostra meta, guardando avanti, sapendo che Dio cammina davanti a noi, che Dio ci sta dicendo, Io non vi abbandono, sapendo che Dio ci incoraggia, dicendoci siate forti e coraggiosi, e soprattutto il non temete, sono li con voi. Dio è così meraviglioso, buono e misericordioso che la parola NON TEMERE, nella Bibbia l'ha scritta 365 volte, ci ha dato un NON TEMERE per ogni giorno.

Di Francesca Lombardi.

 
 
 

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